Il dolore al di là della specie
“Ciao piccolo mio…
chissà che cosa starai facendo ora, magari starai scorrazzando qua e là in un bel giardino pieno di alberi e fiori profumati o magari starai combinando qualche marachella delle tue.Sai amico mio, mi manchi tanto!
Quanto tempo abbiamo trascorso insieme.Hai condiviso con me un pezzo della mia vita, tutte le mie gioie e i miei dolori.
Tu eri accanto a me quando studiavo per superare quell’esame, quando ho ottenuto quella promozione al lavoro e quando ho incontrato la persona della mia vita, ma soprattutto non mi hai mai fatto sentire solo quando ero triste e disperato perché tu, con le tue coccole e con la tua presenza, scaldavi sempre il mio cuore afflitto.Ti confesso una cosa: nei tuoi occhi ho sempre visto lo specchio di quello che ho sempre cercato e non ho mai trovato nel genere umano: un AMORE INCONDIZIONATO!!
… Ricordo tutte le passeggiate al mare e in campagna, e tutte le dormite insieme sul divano e sul letto; era un onore stare con te, perché in fondo, con tua semplicità, mi facevi capire l’essenza e la natura della vita stessa.
Senza di te viene a mancare un pezzo di me…
Tu sei l’unico che conosce tutto di me!
Ti ricordi quella volta che ti ho fatto lo scherzo di svenire e lasciarmi andare e tu piangendo non hai smesso un secondo di leccarmi e starmi accanto fino a quando di sobbalzo mi sono rialzato e tu sei letteralmente impazzito dalla gioia? non ti si teneva più!
Ecco lì ho capito davvero che tu mi saresti stato accanto per tutta la vita, fedele al tuo compagno di vita… la fedeltà… una qualità ormai rara nel genere umano
caro piccolo mio.È difficile per me credere che tu ora non ci sia più, provo un dolore immenso nell’anima, tu unico e insostituibile compagno di viaggio.
L’altra sera, tornando a casa ho avvertito un vuoto immenso: Tu eri solito farmi le feste quando aprivo la porta di casa e in un secondo avevi la capacità di liberarmi dallo stress e dalle tensioni accumulate durante la lunga giornata di lavoro.
Sempre lì presente e puntuale mi aspettavi al varco per festeggiare il mio ritorno a casa, sia che io fossi stato fuori tutto il giorno, sia io fossi uscito solamente due secondi prima e magari rientravo un attimo in casa perché avevo dimenticato qualcosa!Due momenti rimarranno indelebilmente impressi nella mia mente, nel mio cuore e nella mia anima: il primo momento in cui ci siamo visti per la prima volta, ci siamo incontrati e amati fin da subito e l’ultimo, infinitamente triste, cui mai nessuna parola potrà rendere l’idea di come io mi sia sentito, in cui hai esalato l’ultimo respiro…
Quella volta, avrei tanto voluto che fossi tu a prenderti gioco di me facendomi tu uno scherzo e invece, purtroppo, non era così…
Spero solo, che un giorno, io possa incontrarti di nuovo e festeggiare insieme come era nostra abitudine fare.
Mi mancherai tanto caro amico mio.”
In questo lettera al proprio caro amico fido assistiamo ad un evento traumatico sconvolgente a tutti gli effetti, un DOLORE CHE VA AL DI LÀ DELLA SPECIE e che vede attraversare le stesse fasi di elaborazione del lutto.
Una delle prime tappe è proprio la negazione.
La negazione dell’evento serve a rimanere nell’illusione che nulla sia successo e che tutto possa tornare come prima.
Spesso si reagisce alla perdita con un veloce rimpiazzo dell’elemento mancante convincendosi illusoriamente di poter rimettere tutto a posto.
Purtroppo è impossibile evitare il lutto indipendentemente dalla tipologia di specie sia essa umana o animale.
Chi vorrà evitare il lutto sarà destinato a pagare dopo un prezzo ancora più alto.
Lasciarsi guidare e sostenere diventa quindi importantissimo per poter scongiurare una possibile depressione che potrebbe verificarsi nel caso in cui non vengano affrontate tutte le normali fasi di elaborazione del lutto.
Dott. Roberto Re
Psicologo Clinico
Esperto in Ipnoterapia, Auricoloterapia e Psicosomatica