Il giocatore seriale: il ludopatico

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In Italia abbiamo circa un milione di persone che giocano in maniera patologica.

Il nostro è un paese di giocatori, siamo tutti potenzialmente a rischio e questa problematica interessa trasversalmente tutte le fasce di età, non solo le figure maschili che tradizionalmente sono quelle più propense ma si assiste anche ad un nuovo fenomeno sociale dove le mamme, le nonne, le casalinghe iniziano a giocare socialmente per poi scivolare, senza rendersene conto, in una vera e propria dipendenza.

C’è in atto una vera e propria trasformazione sociale con una grande disponibilità di giochi sul telefonino e sul computer ma assistiamo anche ad una trasformazione di tipo urbano basti pensare alle tante sale slot e sale bingo disseminate qua e là in ogni città.

Ma qual’è il profilo psicologico delle persone ludopatiche?

I ludopatici innanzitutto sono persone che hanno iniziato a giocare in modo sociale e nel tempo sono diventati giocatori patologici.

C’è un iter, non si parte mai giocando in modo patologico, c’è un primo periodo che può durare anche degli anni dove la persona gioca socialmente in modo regolare.
Si inizia poi a giocare sempre di più e quindi la probabilità di andare in perdita è sempre maggiore.
Ecco che inizia quel meccanismo vizioso che si chiama LA RINCORSA DELLA PERDITA dove il giocatore seriale vuole recuperare la sconfitta.

La persona inizia quindi ad andare costantemente in cerca di denaro e ciò lo rende molto simile ad altre forme di dipendenza come la droga e l’alcool.
Inizia a mentire, diventa un bugiardo incallito e si crea uno spazio nascosto, dove nessuno sa nulla:

pensiamo ad esempio ai giochi online dove la persona, nella solitudine della sua stanza, utilizza pagamenti virtuali attraverso carte di credito che per loro definizione non sono monete e banconote tangibili ma carte immateriali ed è per questo ad esempio che i poker online agganciano molto più velocemente in questo spazio nascosto.

Ecco quindi che ci si distacca sempre più dalla realtà…
distaccandosi dalla realtà la solitudine diventa sempre più forte.

Sole, e con questa dipendenza, le persone, quasi ormai fossero anestetizzate, si trovano davanti ad una slot machine che le bombarda continuamente attraverso suoni e stimoli visivi colorati, pervase da una sensazione di illusoria pacificazione e tranquillizzazione.

…Il triste epilogo è perdere tutto sia a livello sociale che a livello economico.

Che cosa fare?

Innanzitutto la persona deve prendere piena consapevolezza del problema
e, successivamente, guidato da uno psicologo, dovrà imparare a trovare gratificazione in attività non distruttive che ha dimenticato.

La terapia psicologica dovrà aiutare la persona ad interrompere il precedente apprendimento e trovare un comportamento sostitutivo del gioco, un comportamento ossessivamente funzionale attraverso la creazione di nuovi pensieri ma soprattutto di nuove abitudini: molte persone ludopatiche hanno infatti dei rituali ad esempio lavoro, famiglia, gioco.

Pianificare la giornata in maniera diversa diventa un must.

Un altro aspetto della terapia prevederà il fortificare la personalità del ludopatico attraverso un attento esame dei meccanismi che hanno portato al ritiro emotivo e alla fuga dalla realtà.

Dott. Roberto Re
Psicologo Clinico
Esperto in Ipnoterapia, Auricoloterapia e Psicosomatica

Categories: Dipendenze

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